Bruce Springsteen – Thunder Road

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TESTO:

The screen door slams,
Mary’s dress waves
Like a vision she dances across the porch as the radio plays
Roy Orbinson singing for the lonely
Hey, that’s me and I want you only
Don’t turn me home again,
I just can’t face myself alone again…
Don’t run back inside
Darling, you know just what I’m here for,
So you’re scared and you’re thinking
That maybe we ain’t that young anymore.
Show a little faith, there’s magic in the night
You ain’t a beauty, but hey, you’re alright
Oh and that’s alright with me.

You can hide ‘neath your covers
and study your pain
Make crosses from your lovers
Throw roses in the rain
Waste your summer praying in vain
For a savior to rise from these streets
Well, now I’m no hero,
That’s understood,
All the redemption I can offer, girl,
Is beneath this dirty hood
With a chance to make it good somehow
Hey, what else can we do now
Except roll down the window
And let the wind blow back your hair
Well, the night’s busting open,
These two lanes will take us anywhere,
We got one last chance to make it real,
To trade in these wings on some wheels
Climb in back!
Haven’s waiting on down the tracks
Oh oh come take my hand,
Riding out tonight to case the promised land
Oh Thunder Road, Oh Thunder Road, Oh Thunder Road
Lying out there like a killer in the sun
Hey, I know it’s late, but we can make it if we run
Oh Thunder Road, sit tight, take hold,
Thunder Road

Well, I got this guitar and I learned how to make it talk
And my car’s out back,
If you’re ready to take that long walk
From your front porch to my front seat
The door’s open, but the ride it ain’t free
And I know you’re lonely
For words that I ain’t spoken,
But tonight we’ll be free
All the promises’ll be broken

There were ghosts in the eyes
Of all the boys you sent away,
They haunt this dusty beach road
In the skeleton frames of burned out chevrolets
They scream your name at night in the streets
Your graduation gown lies in rags at their feet
And in the lonely cool before dawn
You hear their engines roaring on
But when you get to the porch they’re gone on the wind,
So, Mary, climb in
It’s a town full of losers
And I’m pulling out of there to win!


TRADUZIONE:

La porta finestra sbatte,
Il vestito di Mary ondeggia
Lei balla come una visione da una parte all’altra della veranda
Mentre la radio suona
Roy Orbinson che canta per le persone sole
Hey, sono io e tutto ciò che voglio sei tu
Non rimandarmi a casa di nuovo
Non posso affrontare me stesso da solo un’altra volta
Non tornare dentro di corsa,
Cara, tu sai perchè sono qui,
Perciò sei spaventata e stai pensando
Che forse non siamo più così giovani
Dammi un po’ di fiducia, c’è magia nella notte
Non sei una bellezza, ma hey, vai bene così
E tutto questo va bene per me.

Puoi nasconderti sotto le coperte
ed esaminare il tuo dolore
Mettere croci sui tuoi vecchi amori
Lanciare rose nella pioggia
Sprecare la tua estate pregando inutilmente
Affinchè un salvatore sorga da queste strade
Beh, io non sono un eroe,
Questo si è capito
Tutta la redenzione che posso offrire, ragazza,
Si trova sotto questo cofano sporco
Con una possibilità di renderlo migliore in qualche modo
Hey, che altro possiamo fare adesso
Se non abbassare il finestrino
E lasciare che il vento soffi indietro i tuoi capelli
La notte sta esplodendo
Queste due corsie ci porteranno ovunque
Abbiamo un’ultima possibilità per farlo,
Per scambiare queste ali con delle ruote
Salta su!
Il paradiso ci sta aspettando lungo il percorso
Prendi la mia mano,
Stanotte corriamo per raggiungere la terra promessa
Oh Thunder Road, oh Thunder Road, oh Thunder Road
Aspettando là fuori come un killer sotto il sole
Hey, so che è tardi, ma se corriamo possiamo farcela
Oh Thunder Road, tieniti forte, partiamo!
Thunder Road

Bene, ho questa chitarra e ho imparato a farla parlare
E la mia macchina è là dietro,
Se sei pronta per il lungo cammino
Dalla tua veranda al mio sedile anteriore
La porta è aperta, ma la corsa non è gratis
E so che ti senti sola
Per le parole che non ho detto
Ma stanotte saremo liberi,
Tutte le promesse saranno infrante.

C’erano fantasmi negli occhi
Di tutti i ragazzi che hai lasciato,
Tormentano questa polverosa strada di costiera
Nelle carcasse di chevrolets bruciate
Gridano il tuo nome di notte per le strade,
La tua toga universitaria giace a brandelli ai loro piedi
E nella fredda solitudine prima dell’alba
Senti i loro motori ruggire,
Ma quando ti affacci dalla veranda
Se ne sono andati nel vento,
Quindi, Mary, salta su
E’ una città piena di perdenti
E io mi sto tirando fuori di qui per vincere! 


Scritta da:

Bruce Springsteen

Eseguita da:

  • Bruce Springsteen – Voce, chitarra, armonica
  • Clarence Clemons – Sassofono
  • Roy Bitten – Pianoforte
  • Gary Tallent – Basso
  • Max Weinberg – Batteria
  • Roy Bitten, Mike Appel, Steve Van Zandt – Cori



Ciao a tutti!

Oggi, su richiesta di Jessica, vi parlerò di un brano del 1975: un cult che ha fatto sognare generazioni intere. Sto parlando (come avrete capito dal titolo) di Thunder Road, la prima traccia del del terzo album di Bruce Springsteen, Born to Run.

In origine la canzone si intitolava “Wings for Wheels”, e il nome della ragazza era “Chrissie”, “Christine” o “Angelina”, come sappiamo dalla versione live del 2 Febbraio 1975 al Main Point, un piccolo locale di Bryn Mawr, in Pennsylvania, o da questo outtake. Il nome originale viene anche ripreso nel testo attuale, con la frase: “to trade in these wings on some wheels”.

I personaggi principali della canzone sono il nostro frontman e una ragazza, Mary, sullo scenario di luogo difficile. Ma la storia d’amore è subordinata al suo stesso sfondo che, infatti, è il vero cuore pulsante del pezzo.
Springsteen si fa portavoce di un’America complicata, dura, dove ai sognatori non resta altro che scappare lontano per inseguire i propri desideri (mi ricorda qualcosa…). Ascoltando il brano in maniera complessiva, infatti, possiamo notare che sotto la sua apparente speranza indomabile si nasconde una base di irrequietezza e insoddisfazione.

Le primissime note di piano e armonica ci danno l’impressione di essere le ultime schegge dei pensieri malinconici di Bruce, mentre lo accompagnamo sulla sua auto in una sera d’estate; poi, l’entrata della voce. Una voce forte, alta, intensa. Quello stesso tema nostalgico si colora di nuove sfumature: sfumature di speranza. E, sempre grazie al timbro spavaldo del Boss, ci ritroviamo, come in un film, davanti alla casa di Mary. Vediamo la giovane ballare da sola sulla veranda, con il sottofondo delle sonorità languide di Roy Orbinson (autore di “Oh, Pretty Woman” https://www.youtube.com/watch?v=lnRS3A_iIYg).
Lentamente la melodia comincia a riflettere l’adrenalina di Springsteen mentre pronuncia parole schiette e malinconiche, cariche di poetica sincerità in un crescendo che culmina nella proposta di ribellarsi, di reagire, di fuggire.
Ma da cosa?
Dalle loro stesse vite.
E come?
A bordo di un’automobile, per inseguire a tutta velocità il Sogno Americano*, vero protagonista di questo e molti altri pezzi del Boss.

Scommetto che la frase “you ain’t a beauty, but hey, you’re alright” vi ha strappato un sorriso… Io la trovo molto interessante, poichè rappresenta la rottura dello stereotipo secondo cui una donna deve necessariamente essere bella per attrarre, come se l’aspetto esteriore fosse la cosa più importante in una ragazza.
Bruce se ne frega. Tutto ciò che vuole è Mary, non la sua bellezza.

[…] Hey, che altro possiamo fare adesso
Se non abbassare il finestrino
E lasciare che il vento soffi indietro i tuoi capelli
La notte sta esplodendo
Queste due corsie ci porteranno ovunque
Abbiamo un’ultima possibilità per farlo,
Per scambiare queste ali con delle ruote
Salta su!
Il paradiso ci sta aspettando lungo il percorso
Prendi la mia mano,
Stanotte corriamo per raggiungere la terra promessa […]

La canzone esplode, ci investe la voce profonda di Springsteen: con urgenza, ci ricorda che è l’ultima possibilità, che bisogna fare presto, in una perfetta corrispondenza tra parole e suono. Bellissima la già citata metafora “to trade in these wings on some wheels“, ovvero “scambiare queste ali con delle ruote”. La libertà, in questo caso, si insegue in macchina.

[…] Aspettando là fuori come un killer sotto il sole
Hey, so che è tardi, ma se corriamo possiamo farcela
Oh Thunder Road, tieniti forte, partiamo!
Thunder Road […]

La prima frase di questo estratto mi ricorda molto Riders on the Storm e The End dei Doors, per la figura dell’assassino. Bruce non si arrende: ribadisce a Mary di seguirlo in una rocambolesca corsa in macchina sulla Thunder Road, la Strada del Tuono, verso una nuova vita. E la musica riflette bene questa immagine con il suo essere estremamente dinamica.

Una chicca del brano è sicuramente la parte di “Well, I got this guitar and I learned how to make it talk”, in cui alla frase segue un breve e deciso arpeggio: il Boss vuole parlare, vuole raccontare storie anche attraverso la sua chitarra.

[…] E so che ti senti sola
Per le parole che non ho detto
Ma stanotte saremo liberi,
Tutte le promesse saranno infrante. […] 

Springsteen richiama, come nelle prime due strofe del pezzo (che non abbiamo analizzato nel dettaglio), la storia con la ragazza e riconosce di essere stato troppo assente. Le parole esprimono speranza e consapevolezza.

[…] C’erano fantasmi negli occhi
Di tutti i ragazzi che hai lasciato […]

Nell’ultima parte della canzone compaiono le figure degli ex fidanzati di Mary, che continuano a perseguitarla e per i quali lei ha messo da parte le proprie aspirazioni:

[…] Gridano il tuo nome di notte per le strade,
La tua toga universitaria giace a brandelli ai loro piedi […]

Bruce stesso li riporta alla memoria della donna, per sottolineare quanto aspra sia la sua vita, e quindi per convincerla a scappare con lui.

[…] So, Mary, climb in
It’s a town full of losers
And I’m pulling out of there to win!

Meravigliosa, l’ultima frase della canzone; è gridata, come a sottolineare la determinazione di chi non sa se ce la farà, ma ce la metterà tutta per riuscirci, è una critica rabbiosa verso una società fallimentare dalla quale Springsteen andrà via per inseguire il suo sogno e avere successo. E Mary? Non sappiamo se la ragazza lo seguirà. L’autore lascia il finale in sospeso, soltanto con l’invito a scappare con lui.

La canzone si conclude, intrisa di speranza, con un trionfante duetto di sax e piano, che si inseguono, vivaci, si rincorrono e poi tornano a fondersi, e il risultato è semplicemente commovente, carico di energia positiva.

Claudia Paesano

*Si può parlare di Sogno Americano come di un’insieme di idee nate nelle menti dei primi coloni europei approdati in America, e tramandate di generazione in generazione.
Per “Sogno Americano” si intende la speranza degli abitanti degli Stati Uniti d’America, che grazie a valori e qualità come il coraggio, la determinazione e la costanza, sia possibile raggiungere una migliore condizione di vita basata soprattutto sulla ricchezza economica.

Cream – Anyone For Tennis

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TESTO:

Twice upon a time in the valley of the tears
The auctioneer is bidding for a box of fading years,
And the elephants are dancing on the graves of squealing mice…
Anyone for tennis, wouldn’t that be nice?

And the ice creams are all melting on the streets of bloody beer
While the beggars stain the pavements with flourescent Christmas cheers
And the Bentley driving guru is putting up his price…

Anyone for tennis, wouldn’t that be nice?

And the prophets in the boutiques give out messages of hope
With jingle bells and fairy tales and blind colliding scopes
And you can tell they’re all the same underneath the pretty lies…
Anyone for tennis, wouldn’t that be nice?

The yellow Buddhist monk is burning brightly at the zoo*,
You can bring a bowl of rice and then a glass of water too
And fate is setting up the chessboard while death rolls out the dice…
Anyone for tennis, wouldn’t that be nice? 

          


                                                                                                                                                    

TRADUZIONE:

C’era due volte nella valle delle lacrime
Il banditore sta facendo un’offerta per una scatola di anni che si dissolvono
E gli elefanti stanno danzando sulle tombe di topi che strillano…
Non sarebbe bello qualcuno per giocare a tennis?

E i gelati si stanno sciogliendo tutti
sulle strade della sanguinosa\ maledetta birra
Mentre i mendicanti macchiano i marciapiedi con auguri di Natale fluorescenti
E il guru al volante della Bentley sta aumentando il suo prezzo…
Non sarebbe bello qualcuno per giocare a tennis?

E i profeti nei negozi diffondono messaggi di speranza
con canzoncine e fiabe e prospettive cieche che si scontrano tra loro
E puoi dire che sono tutti uguali sotto le graziose bugie…
Non sarebbe bello qualcuno per giocare a tennis?

Il monaco buddhista giallo sta bruciando, brillante, allo zoo*,
gli puoi portare una ciotola di riso e magari anche un bicchiere d’acqua
E il fato sta impostando la scacchiera, mentre la morte lancia i dadi…
Non sarebbe bello qualcuno per giocare a tennis?

                                                                                       


                                                                                    

Scritta da:

Eric Clapton e Martin Sharp

Eseguita da:

  • Eric Clapton – Voce, chitarre
  • Jack Bruce – Basso
  • Ginger Baker – Percussioni
  • (Il mitico) Felix Pappalardi – Viola

Ciao a tutti!

Come prima canzone da proporvi ho scelto “Anyone For Tennis”, dei Cream, poco conosciuta, ma che molti amano alla follia.
Rilasciata nel maggio 1968 come singolo, compare un anno dopo nel quarto e ultimo album della band, “Goodbye”.

Già dai primi secondi della canzone veniamo calati in un’atmosfera ovattata, dove la chitarra acustica segue uno schema semplice: non si lascia andare a virtuosismi ma segue il ritmo ipnotico scandito dalle percussioni. Il tutto è accompagnato dalle sonorità insolenti di una viola.
Protagonista indiscussa del pezzo è la voce rassicurante del chitarrista Eric Clapton, poiché l’attenzione di chi ascolta vuole essere diretta proprio alle sue parole.
Infatti, con la stessa facilità con cui il loro suono pacato si mimetizza con la serenità della melodia, così il loro significato stride con la spensieratezza della base musicale.
Il testo si apre con un inquietante gioco di parole: twice upon a time, da once upon a time (c’era una volta), come a voler storpiare e al tempo stesso imitare le candide fiabe delle nostre tradizioni. E siamo subito catapultati nella “valle delle lacrime”, dove facciamo la conoscenza dell’inquietante figura del banditore d’asta che, paradossalmente, propone, con l’intento di truffarci, offerte immateriali invece di riceverle, e il mondo confuso e senza speranza che Clapton descrive non ha nulla a che vedere con le storie con le quali siamo cresciuti.
Spero che anche voi, come me, adoriate la frase “and the ice creams are all melting on the streets of bloody beer”, metafora diretta ed efficace che vuole sottolineare la progressiva perdita di positività e innocenza della nostra società.
Le parole aspre di Eric sono venate di sarcasmo ed evocano crude immagini di inganni e violenza, denunciando una società omologata e facilmente raggirabile, in cui le nostre menti e vite sono manipolate da chi ci propina ideologie cieche mascherate, con falsità, da fiabe e canzoni natalizie. E alla fine possiamo dire che sono tutte uguali.

E nemmeno l’estremo ha più un valore. La provocazione ironica a portare riso e acqua al monaco avvolto dalle fiamme denuncia la superficialità dell’uomo con una dicotomia tra chi si sacrifica per un ideale e chi invece resta indifferente, passivo.
Provocatoria è soprattutto la domanda che ricorre alla fine di ogni strofa e che dà anche il titolo al brano:

Anyone for tennis, wouldn’t that be nice?

E’ una sfida a non dare importanza ai veri problemi che ci circondano; è una sfida a continuare a rimanere imbambolati di fronte a chi, come il banditore o i profeti, ci promette astrazioni e belle bugie in cambio di costi alti; è una sfida a continuare a rimanere indifferenti a tutto, ad esempio, davanti ai senzatetto che muoiono per le strade, anche questi citati nel pezzo.
La canzone si conclude con la personificazione di due figure incorporee, il fato e la morte, che vuole far riflettere sulla caducità delle nostre vite in un modo al quale, forse, i Doors si sono ispirati per il finale della loro “Roadhouse Blues” (1970).
Per finire, possiamo sintetizzare la canzone in un vero e proprio inno alla lotta, in un invito a modificare il  sistema dannato in cui siamo invischiati.
Non la trovate straordinaria? Non dimentichiamo che è stata scritta quasi cinquant’anni fa ed è ancora perfettamente attuale!
Beh, che dire… I Cream sono sempre i Cream! E voi che ne pensate? Avete altre interpretazioni? Fatemelo sapere!

Claudia Paesano

*Probabilmente si riferisce al celebre e tragico episodio della crisi del Vietnam in cui, nel giugno del 1963, un monaco buddhista vietnamita si fece dare fuoco davanti agli occhi sconvolti dei poliziotti, in un terribile gesto di protesta contro il presidente del Vietnam del Sud e la sua politica di oppressione della religione buddhista.

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